copthemezmerist(Shadow Kingdom Records) Ed ecco qui una ristampa che valeva la pena diffondere, almeno per il suo valore storico! “The Innocent, the Forsaken, the Guilty” è il nome dell’unico ep mai prodotto dai The Mezmerist, sorti attorno all’enigmatica figura del chitarrista Thomas Mezmercardo, che pubblicarono queste quattro tracce nel 1985 addirittura con Bill Ward dietro la batteria. La band, se di band si può parlare, incise altri tre brani mai pubblicati (con altri strumentisti attorno a Thomas) per poi scomparire nel nulla; è la Shadow Kingdom Records a riportarli sul mercato, con un package che raccoglie tutti e sette i brani incisi e include anche un dvd di interviste (che però non fa parte del mio promo). Dopo una intro, “The Forsaken”, dai toni esasperatamente psichedelici, dove voci filtrate si inseguono su tappeti di synth, “Dead Ones cry no more” è un pezzo che effettivamente ricorda i Cirith Ungol di “Frost and Fire”, anche se la voce di Mezmercardo è più su toni in falsetto e le chitarre sono meno in evidenza. Lo stile di Ward mi sembra pienamente riconoscibile, e anche la produzione dei suoni di batteria è simile, ad esempio, a quella di “Heaven and Hell” dei Black Sabbath. “Arabian Nights” ha qualche atmosfera alla King Diamond, ma principalmente siamo sempre nell’ambito di un rock psichedelico tardi anni ’70, con chitarre fluide e brani dalla struttura poco canonica, che rallentano e ripartono quando meno te lo aspetti. Ancora più acida “Victim of enviromental Change”, mentre “Kingdom of the Dead” torna direttamente alle atmosfere degli Ungol più oscuri, proprio quelli di “King of the Dead”. Prima della lunga “Jam Song” finale, che mostra come la tecnica chitarristica di Mezmercardo sia solidamente ancorata ai seventies, “No Family, No Friends” mi sembra inclinare maggiormente verso i Sabbath di fine anni ’70, soprattutto per la pesantezza del riff e l’atmosfera straniante di alcuni passaggi. Un importante documento delle ultime sopravvivenze di quello psychedelic metal che non si è mai canonizzato come genere, finalmente disponibile al grande pubblico dei metalheads.

(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10