copTheNewBlack(AFM Records) Dopo tre album autoprodotti, i tedeschi The New Black decidono di fare il salto di qualità, di ascoltare pareri esterni e di affidarsi a un certo Jacob Hansen, collaboratore fisso di Volbeat, ma anchegiò a fianco di Avantasia, Teodor Tuff, Pretty Maids, Onslaught, Kamelot, Doro, Delain, U.D.O. … e tanti, tanti altri. L’idea era di uscire da uno schema fisso, sia a livello compositivo che -soprattutto- di resa sonora, ed infatti “A Monster’s Life” suona esplosivo, maledettamente potente, irruentemente travolgente. Siamo in pieno territorio metal/power rock/groove metal e le dieci brevi canzoni (tutte sotto i 4 minuti) sono tutte immediate, aggressive, estremamente potenti! Ogni canzone ha un ritmo impetuoso, carico di adrenalina con un singer di derivazione rock sporco, sempre arrabbiato, sfacciato, talvolta con un timbro inequivocabilmente southern. Entra senza chiedere permesso la opener “Long Time Coming”, melodica, con tocchi moderni, ma anche con un riffing classico e spinto a livelli scatenati. Impostazione teatrale per “With A Grin”, la quale poi si sviluppa verso un rock pesante dalle origini southern. Introspettiva e ricca di emozione “Send In The Clowns” mentre non si può resistere al refrain di “Dead In The Water”. Torna l’anima polverosa del southern su “Buddha Belly”, ma torna anche l’aggressività metal con “The Beer Of No Return”. Catchy e diretta “Pill Named Ting”, forse il pezzo più radio compatibile; “Better” riprende tematiche metal catchy, prima del finale “That’s Your Poison, Not Mine”, un pezzo cadenzato, molto power ed assolutamente indimenticabile. Un album immediato, che non rilassa, non offre riposo, genera una piacevole agitazione, invitando all’headbanging, offrendo divertimento e rivelandosi perfettamente compatibile con i volumi esagerati!

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10