copthevintagec(Nuclear Blast) La genesi di questa band inizia nel 2006 in Islanda e con un chitarrista e un batterista di dodici anni che vogliono suonare. La faccio breve. Ora i The Vintage Caravan sono un trio, c’è un bassista, e sono al secondo album per Nuclear Blast. Sembra quasi una favola. Tenete presente che sono islandesi. Uno scoglio nell’oceano, desolato e con poca gente. Suoni? Dove? Chi compra i tuoi lavori? Si può emergere in Islanda? Tecnicamente si può e infatti con i The Vintage Caravan è andata così. “Voyage” è la massima espressione di un hard rock di natura seventies e dunque dentro ci potrete sentire tutto quello che ne consegue da un sound di questo tipo: hard rock, blues, psichedelia, qualcosa di simile a quello che poi è stato dichiarato come Doom. E dunque Deep Purle, Led Zeppelin, Black Sabbath, i Cream eccetera eccetera eccetera. Per chi possa pensare che i Caravans  siano l’ennesimo clone di un sound datato, ebbene che si sappia che “Voyage” è qualcosa di fantastico. Direi poetico. Il riffing della chitarra di Óskar Logi, anche voce, è dinamico e spettacolarmente comunicativo. Riff, su riff enunciati con ponderosa forza e sfacciata attitudine rock ‘n’ roll. Il duo ritmico, Alex Örn e Guðjón Reynisson (cioè basso e batteria) sono in perfetta simbiosi tra loro e con il collega delle sei corde. Ne salta fuori un sound affiatato. Una festa universalmente seventies, potente e graziosa. “Let Me Be” ricalca il rock alla Led Zeppelin, forte e avvenente. I Deep Purple spuntano spesso, soprattutto per quella carica degli accordi (in “Expand in Your Mind” o “M.A.R.S.W.A.T.T.” per esempio) che sanno proporsi come una progressione ruggente, come una tigre che elegantemente sta per lanciarsi sulla preda. “Do You Remember” è la grazia in versione semi-acustica: atmosferica lisergica, epica. La dorsale ritmica si mette in mostra soprattutto con la batteria. Guðjón Reynisson nelle sue rullate mi ha ricordato più volte ‘Bonzo’ Bonham. Ascoltare “Cocaine Sally” e quella sua ruggente anima r’n’r che esce fuori come una donna infoiata che ti salta addosso. Le meraviglie di questo album sono tante. “Voyage” si chiude con i quasi 12’ della psichedelica “The Kings of Voyage”, nella quale la santissima trinità (Led Zeppelin, Deep Purple e Black Sabbath) si manifesta, si reincarna in un brano dalle mille facce. Oltre a citare gli Zeppelin, quando dal vivo suonavano la parte centrale e amorfa di “Whole Lotta Love”. Meraviglioso viaggio tra le stelle. Quelle nate anni fa e che ancora oggi brillano e guidano i viaggiatori Islandesi e non.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10