copthewankerss(Jetglow Rec.) Occorre fissare un punto per i veneti The Wankerss, cioè il fatto che sono di estrazione punk e che loro stessi si dichiarano tali. Non viene difficile essere d’accordo con ciò, ascoltare ad esempio la canzone “Deadbeat”, eppure poi accade che la title track quasi ti fa pensare ai Crowbar e “27 Miles Behind Enemy Lines” riporta alla mente alcune linee dei primi album dei Suicidal Tendencies. Qualunque cosa siano i The Wankerss o da cosa essi discendano, appunto il punk, la sostanza vera di “Blackborn” è un comparto chitarre ruggente e con atmosfere ombrose, dal sentore vagamente Cro-Mags in alcuni momenti. Un calco sonoro molto seconda metà anni ’90. La sezione ritmica è lanciata e snella, il cantato ruvido e si adagia sulla musica o andando verso di essa. Il produrre qualche riff fulminante, spesso inserito a inizio canzone, proprio come nelle direttive del punk, permette da subito di prendere possesso dell’attenzione dell’ascoltatore. I The Wankerss sono il punk che spinge verso il metal, in un lavoro che sarebbe d’impatto se non fosse per un songwriting il quale produce canzoni che alla lunga tendono a somigliarsi. L’iniziale coinvolgimento prodotto della coppia d’apertura dell’album, cioè “And the Legion Goes” e la title track, lascia poi il posto a un’andatura tutto sommato identica a quell’incipit. “Blackborn” non manca di energia, di momenti esaltanti, possiede un sound ruvido e d’atmosfera insieme. C’è la grinta che entra nelle canzoni, le quali alcune si distinguono e altre invece avrebbero bisogno di uno sforzo in più da questo sound che varia poco. Da segnalare “Lullaby for Annihilation” con Kory Clarke (Warrior Soul) nella versione vinile dell’album, e “The Empire Falls” con Mattia ‘Gluttony’ Zambon dei 8Fulstrike, altra band padovana e in orbita Jetglow.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10