(Nocturnal Art Prod/ Candlelight Records) I The Wretched End sono la nuova band di Samoth (ex Emperor), per la quale crea e compone da prima del 2010, lo stesso anno del primo album “Ominous”, il quale manifestò le palesi differenze stilistiche e concettuali tra Ihsahn e Samoth; in quel periodo infatti il primo pubblicò l’album solista  “After”. Il confronto tra  “Ominous” e “After” presentava innegabilmente due modi diversi di fare musica e di pensarla. Samoth, per quanto riguarda il precedente album, pose anche in evidenza un altro aspetto, ovvero il fantastico lavoro di Nils Fjellström (Dark Funeral, In Battle, Aeon) alla batteria, vero collante delle canzoni e musicista che ha contribuito nella loro riuscita. Fu lo stesso Samoth a riconoscermelo in un’intervista. “Inroads” esce due anni dopo, ma già nel 2010 Ihsahn e Cosmo (voce, basso chitarra ed ex Mindgrinder e dal vivo con i Zyklon, altra creatura di Samoth)  stavano scrivendo nuovi pezzi per puntare verso questa seconda prova, la quale espone le doti dei tre in uno scenario di inventiva e intuizione. L’attacco con  l’iniziale “Tyrant of the Mountain” raffigura i The Wretched End come degli pseudo Emperor, ultimo periodo, senza orchestrazioni, fiati, tastiere e con meno velocità: in realtà  è black-death metal tirato, estremo, pazzesco, con riffs abominevoli e cancerosi. Anche “Fear Propaganda” ripropone del black metal, intramezzato da parti death metal e lo stesso vale per il black di “Throne Renowned of Old”. La sensazione è che vi sia anche un retroterra thrash metal cospicuo, come è manifestato in più passaggi di “Deathtopian Society” oppure di “The Haunting Ground” e “Death by Nature”, la quale è un’epica e nera cavalcata e resta impressa, ma non tanto quanto “Blackthorn Winter”, vera gemma nera di questo album, grazie ad una melodia struggente e sofferta. “Cold Iron Soul” si pone su strutture più articolate, dovute all’incredibile lavoro di Fjellström e alle chitarre disarticolate di Samoth. “Inroads” è un lavoro apocalittico, è l’apocalisse, ma filtrata attraverso la maestria di un sound armonioso e duro. Per la seconda volta Samoth, Cosmo e Nils stupiscono.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10