(Emanzipation Productions) Il quinto album dei danesi Thorium ti passa sopra con irruenza, un maledetto schiacciasassi che adora fracassarti ogni formazione ossea dento il tuo corpo. Non a caso i Thorium fanno il death metal giusto, quello pesante, quello graffiante, quello che alterna break down laceranti a sfuriate scellerate, in un tripudio di riff incalzanti che non vogliono prendere prigionieri… proprio come hanno insegnato maestri del calibro di Morbid Angel o Deicide. Ormai giunti al quarto di secolo di vita, la band del vocalist Michael H. Andersen si reincarna nuovamente, tanto che dall’ultimo “Blasphemy Awakes” del 2018 rimane solo il chitarrista Jens Peter Storm… continuando il tormentato avvicendarsi di musicisti che nel corso degli anni ha visto coinvolti più di una dozzina di performers. Ma l’essenza rimane, rimane pure quell’atmosfera di macilenta purezza, visto che l’intera componente strumentale del disco è stata registrata in presa diretta, senza metronomo… proprio come in un vero concerto… proprio come un tempo… e pure di fretta visto che il lavoro è stato tutto concentrato in un intenso weekend della scorsa estate. Perversa ed inquietante “War Is Coming”, massacrante “A Crown To Obscurity”, piccolo capolavoro l’esaltante “Semen Of The Devil”. Groove senza contegno sull’ottima “My Decay”, mentre emerge un’anima tanto apocalittica quanto black sull’intensa “Defiance”. Tecnica e suggestiva “Reign the Abyss”, esaltante la conclusiva “Into The Gods”. Album potente. Deliziosamente grezzo. Capace di scuoterti con irruenza. Un sublime mix di death americano e svedese, con diluizioni a base di black, un costante groove ed una potenza sonora al quale è impossibile rimanere indifferenti.

(Luca Zakk) Voto: 8/10