copThoseOfTheCellar(This Is Core Records) Grandiosa fusione tra metallo e synth pop, tra growl furioso e clean, tra rock impulsivo ed RAP intenso. E tutto questo con fantastici e profondi testi in italiano! Sono di Cuneo, sono giovani loro, ed è giovane anche il loro progetto, però hanno una grinta ed un gusto stilistico mostruosi, sono decisi, incazzati… semplicemente rompono il culo. Ogni loro canzone travolge con una melodia intensa, a volte ai confini con l’ambient per poi esplodere -con accenni industriali- e crescere verso un metal-core rappato e devastato da un autentico e sincero senso di ribellione, di rifiuto… il senso che dovrebbe essere alla base del rock in tutte le sue molteplici ed infinite varianti. I Those Of The Cellar non temono rivali: sanno comporre, e non si limitano ai soliti ripetuti accordi, anzi, arricchiscono ogni riff con dettagli degni di una più vasta esperienza. Sanno cantare e non si accontentano di una sola voce. E sanno anche scrivere parole (ve lo dice uno che scrive ogni giorno…), parole ricche, parole pensate, parole dirette ma metaforiche, rabbiose ma melodiche, taglienti ma poetiche. Pulsante e ricca di stimoli “Cornice”. Immensa “Cataclysm”: groove irresistibile, una base industrial synth inquietante che supporta riff feroci e melodie oscure, mentre i due singer dipingono le parole con un talento fantastico. Molto metallo su “Limite” anche nell’ampia parte sezione rappata, mentre risulta avvolgente “Æternum”, una canzone con una introduzione toccante ed una evoluzione moderna, teatrale, incalzante. Possente “Due Minuti di Odio”, mentre un picco di poesia ed armonia giunge con “Se Ascolti Senti il Mare”, traccia suonata veramente bene, curata, ricca, musicale. Furia scatenata con “Nettuno” mentre il finale è affidato ancora una volta alla poesia grazie all’emozione di “Allegra”, una recita sofferta, urlata, supportata da una chitarra clean ed un’atmosfera intensa ma decadente. È un piacere vedere che dei giovani del nostro paese non temono pregiudizi o le patetiche regole artistiche dei confini nazionali: e loro sono i primi a saperlo… in quanto non percorrono la strada facile, perché non fanno quel pop patetico da radio nazionale, non fanno la patetica canzonetta amorosa per il festival dei patetici. No. Proprio no! I Those Of The Cellar sputano metallo puro, lo tagliano con il Rap rabbioso e arrivano al punto che se ne fregano anche delle critiche dei puristi dell’uno o dell’altro genere. I Those Of The Cellar hanno identità artistica, la LORO identità artistica. E questa prepotenza, questo egoismo stilistico, questo ignorare gli altri mostrando il dito medio è -scusate se è poco- la definizione stessa di arte rock.

(Luca Zakk) Voto: 9/10