(Autoproduzione) Niente evoluzione. Nessun modernismo. Spirito di ribellione thrash spinto all’estremo, con la conseguenza che questi tre messicani sembrano veramente usciti da un’altra epoca. Un’epoca dove c’erano delle regole ben precise. Regole assolute, necessarie per guadagnarsi la tessera del club delle bands di vero thrash metal. Regole musicali. Regole per la composizione dei testi. Regole per la struttura dei pezzi. I Thrashsteel le rispettano. Anzi, le venerano, le adorano, culto di una divinità ribelle, il cui dito medio costantemente esibito è il simbolo divino per il credente, quello praticante. Exodus, Metallica, Slayer, Overkill e Testament nelle prime incarnazioni, prima delle evoluzioni, degli ammodernamenti, dei cambi di stile o delle rinnegazioni dei principi. Un Thrash sincero, puro. Leggermente penalizzato da una produzione non eccelsa, ma comunque chiaro nelle intenzioni, questo sei-tracce non si fa dimenticare facilmente. Melodia e potenza. Ritmiche taglienti. Coinvolgimento. Gli amanti del genere non potranno che godere duro con questo disco, il quale scorre con energica fluidità. Voce chiara e squillante. Testi diretti. Riff spettacolari. Assoli potenti e molto ben eseguiti. La title track spicca per potenza e dinamismo. Belle “Big Brother”, con il suo intermezzo melodico, e “Stained With Blood”, uno dei pezzi più nostalgici, con un finale veramente fantasioso. “Deus Ex Machina” si scolpisce nella mente. E gli altri pezzi seguono a ruota, incidendo con un artiglio di metallo una carne non più abituata a queste sollecitazioni. Non c’è molta novità da questo fronte del thrash, ma ci sono veramente delle ottime idee. Ed il feeling con un genere ormai legato al passato offre una sensazione unica, ed assolutamente incisiva. L’album è scaricabile gratuitamente e legalmente da QUI.

(Luca Zakk) Voto: 6,5/10