(Clavis Secretorvm) Tuonano dalla foresta nera, si uniscono dopo varie esperienze giungono ad un debutto pregno di sano stile satanico, oltraggioso, offensivo creando un black con radici blackned/thrash estremamente efficaci. Si formano nel 2015. Le identità dei cinque membri sono ignote e pure le foto stampa mostrano sagome di volti completamente oscurati. Ogni canzone è intensa, pesante, dominata da un vocalist estremo ma ancora con un piede nel death piuttosto che nel black più estremo. Le otto traccie sono frustate in faccia, trasudano male, vantano una componente atmosferica anche se risultano lineari nel loro essere dirette e sfacciate. Molto attraente “Satan’s Speech”, teatrale, ipnotica, con delle strutture in tremolo evocative. “Orphaned by the Undertaker” è catchy, cadenzata, viziosa. Un po’ thrashy “Blackest Hell”, massacrante “Mutilation of the Unholy”, corredata da un assolo vintage sicuramente coinvolgente. I Thron rischiano di passare inosservati… poco visibili, membri misteriosi, moniker non distintivo. E pure un primo ascolto potrebbe suscitare scarso interesse. Ma sotto sotto in questo disco c’è dell’ottimo black, del thrash, una vena blackned non indifferente. “Thron” non è un album che si distingue per tecnica, innovazione o altri livelli di sofisticazione. È un album che ferisce, che tira fuori denti e artigli non solo per spaventare ma anche per aggredire. Per ferire. Ed infine uccidere.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10