copThyArtIsMurder(Nuclear Blast) Gli australiani Thy Art Is Murder hanno una caratteristica: sono veri. Fedeli a se stessi. Possono piacere o meno, ma nessuno può accusarli di essere falsi. Loro spaccano tutto, ti urlano in faccia, ti prendono a pugni. E se ne fregano delle conseguenze. “Holy War” -titolo maledettamente attuale- è il loro terzo album che potrei descrivere come un mix infernale tra una versione appesantita di Pantera e Fear Factory e… i Behemoth, questi ultimi tra l’altro ammirati dagli Australiani. Poco meno di quaranta minuti. Dieci tracce. Violenza senza pietà. Testi più ricercati, che parlano delle attualissime guerre sante, di quell’assurdo morire per divinità inutili, per ragioni frivole, distruggendo il pianeta. Ed infatti questi argomenti fanno incazzare tutti, band in primis, la quale vomita un quantità di metallo estremo senza alcun ritegno. Fantastici i blast beat furiosi. Mortali i rallentamenti quasi funeral doom che troviamo in pezzi come “Coffin Dragger”. Crudele “Fur And Claw”. Letale “Light Bearer”. Disumana “Emptiness”. Tecnica al servizio della malvagità su “Violent Reckoning” e “Child Of Sorrow”, mentre la conclusiva “Naked And Cold” esprime una totale mancanza di speranza, esaltando quel concetto secondo il quale, ormai, noi umani siamo andati oltre il punto di non ritorno. Un album, che descrive perfettamente il più grande parassita del pianeta: l’uomo. La descrizione lo dipinge perfettamente, esaltandone le caratteristiche violente, gli atteggiamenti crudeli, la totale mancanza di pietà. Caratteristiche comuni al sound del terzo album dei Thy Art Is Murder.

(Luca Zakk) Voto: 8/10