coptombstone(Soulseller Records) Atmosfera fumosa. Opprimente, decadente, con una luce naturale morente. Il trio norvegese appesantisce l’impostazione e materializza quarantacinque minuti di stoner/doom che non lascia speranza, non offre opportunità, uccide l’ottimismo. Sembra che le oscure foreste Norvegesi che hanno dato origine ad altri generi votati alle tenebre, abbiano influenzato questa band, la quale risulta più personale, lontana dall’ovvia imitazione di bands e stili già presenti in questo genere che spesso fatica a dire qualcosa di nuovo. La decadenza di questo quarto lavoro è sempre rivelata con un sound graffiante, opaco, nebbioso, tuttavia sempre ricco di un groove irresistibile ed l’identità di ogni singolo strumento molto ben marcata ed evidenziata. Il vocalist Bjørn-Viggo emette un costante lamento, il lamento di una voce che elargisce sofferenza e rabbia, senza mai risultare dominante su una impostazione musicale avvolgente, coinvolgente, dominante. Toni bassi, suoni sempre pieni di corpo anche nei momenti più metallici regalano all’intero lavoro un’impostazione letale, malata, un’autentica esaltazione della decadenza e del pessimismo. Notevoli “Black Moon” con quel cantato che tende verso una voce pulita, ma pur sempre in agonia, mentre il main riff si rivela pieno di personalità e carattere. Doom più pesante e in un certo senso più melodico, considerando che la fitta nebbia tende ad assorbire anche la melodia, sulla bellissima “Obstfelder”. Più heavy e più stoner la ben riuscita title track, mentre decisamente funerea risulta la conclusiva “Demon Cave”. Un disco che ama farsi ascoltare, un disco che alimenta l’atmosfera, gli incubi, la malinconia. Un album da godere fumando e bevendo in una triste solitudine, condannando il proprio io ad un oblio senza fine.

(Luca Zakk) Voto: 7/10