(Soulseller Records) I Tombstones qui discussi sono norvegesi e suonano qualcosa di veramente dimesso e a metà tra il doom e lo stoner. Un sound vicino agli Sleep e con sonorità dilatate in stile Electric Wizard. Le canzoni dei Tombstone sono cupe, seppellite da ombre, decadenza e una pesantezza che si trascina per quasi tutti i pezzi. Se da una parte rispetta il genere, da un’altra “Year of the Burial” fatica a diramarsi in qualcosa di sostanzioso. Piace “Egypt” con la sua melodia epica e fragorosa, l’incedere cascante di “Silent Voice”, ma è anche vero che ad emergere dai pezzi sono  le solite cose e le solite influenze. Ad esempio i Black Sabbath, come nelle due conclusive “Sabbathian” e la già citata “Year of the Burial”. Tuttavia ora non saranno gli unici a cadere in questa trappola, ma il sound roccioso e costellato da groove non ha molto altro da poter offrire e il pieno rispetto dei canoni del genere, da parte dei Tombstones, non aiuta ad uscire dal pantano.

(Alberto Vitale) Voto: 6/10