(BloodRocks Records) “Pains”: un titolo che è tutto un programma e rispecchia lo stato d’animo con cui il leader del progetto Antonio Polidori ha composto questo nuovo album. Tutto nasce durante il culmine della pandemia ed i problemi ad essa legati, un periodo in cui Antonio è caduto in una tristezza sfociata in una leggera depressione. A peggiorare questo stato d’animo sono state alcune premonizioni le quali, grazie alle capacità medianiche e alle arti esoteriche praticate, avevano permesso ad Antonio di visualizzare immagini di guerra, prevedendo quello che poco dopo sarebbe stato il conflitto in Ucraina. “Pains” nasce per l’appunto come reazione a questa tristezza, unita alla rabbia ed allo schifo verso il mondo attuale. Musicalmente parlando, l’album rappresenta una sorta di ritorno alle origini, dove la componente metal, pure essendo ben presente, cede il passo a sonorità più dark e cinematografiche, tra la maestosità dei Goblin e la folle claustrofobia di Antonius Rex. Come dicevo, la componente metal è presente già dall’iniziale “La Chiave Dell’Angoscia”, dove le tastiere duettano con parti di chitarra al limite del thrash, prima di sfociare in una serie di arpeggi acustici dal forte sapore psichedelico. Decisamente lugubre il mood de “I Tormenti Di Giordano Bruno” aperto dalle voci degli inquisitori intenti a leggere i capi d’accusa per poi raccogliere le riflessioni del libero pensatore di Nola. Percussioni quasi tribali costituiscono l’ossatura di “Gli Invisibili”, dove un tappeto di synth fa da base alla chitarra che si sbizzarrisce in pregevoli assoli che precedono un finale dominato ancora dalla psichedelia. Ma il vero capolavoro del disco secondo me è “Audi Dolorem Anime”, brano molto vicino al drone metal e con un’atmosfera che ci riporta a pezzi come “Il Mondo Delle Ombre” o “Statua Di Cimitero”. Un grande ritorno per un artista fondamentale nella scena dark metal tricolore.

(Matteo Piotto) Voto: 9/10