(Xtreem Music/Burning World) Presente quei film dove dei foruncolosi metallari dodicenni cominciano a mettere su una band in garage suonando pezzi di gruppi che idolatrano? Secondo me pure i Totengott da giovani han fatto così. E di sicuro tra i gruppi che adoravano c’erano i Celtic Frost. Di fatti spulciando nella loro esigua discografia vengo a scoprire che, guarda caso, i Totengott son nati come gruppo cover degli svizzeri. Assimilando il suono dei loro numi tutelari, i tre spagnoli ne hanno assordito, almeno in parte, la bizzarria, tanto che hanno scelto come esordio un album di tre tracce lunghissime, improponibili per qualsiasi esordiente sano di mente. La traccia d’apertura dura ‘solo’ 8 minuti, un doom che si intrufola nelle casse dopo un’intro evocativa e pastosa. Poi il brano muta, diventa una cavalcata thrash in perfetto stile Warrior. Il secondo brano invece ci accompagna per un quarto d’ora con un ritmo più cadenzato. Qui i richiami ai Celtic Frost diventano più forti ma anche più fastidiosi in quanto insinuano nell’ascoltatore quello sgradevole senso di già sentito, di perenne deja vu. Suoni arcani ed oscuri ci portano alle terza traccia nonché title track, venti minuti di musica sofferta e vagamente malinconica. Purtroppo qui l’album prende la piega che temevo e va, ai limiti del plagio, a pescare gli stessi suoni della prima traccia di “To Mega Therion”. Forse il disco era segnato fin dall’inizio, viziato nella forma da quello che a questo punto è più che stima verso un gruppo imprescindibile del metal. Purtroppo avere passione per una band certe volte può tradirti ed impedirti di avere la giusta libertà compositiva…

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 6/10