(Xtreem Music) Secondo album per questi spagnoli che dopo un periodo passato suonando cover dei Celtic Frost hanno iniziato a comporre brani propri. Il precedente lavoro risentiva eccessivamente dell’influenza svizzera (recensione qui), cosa leggermente ridotta con il nuovo lavoro. Le quattro imponenti tracce (si va dai circa sei fino agli oltre ventidue della conclusiva!) seguono un buon percorso, senza mai apparire effettivamente lunghe, sembra quasi che la band abbia voluto consolidare in pochi brani il materiale che normalmente viene suddiviso in più tracce. Dopo la bella ed inquietante, nonché atmosferica “Ceremony I, Sic Transit Gloria Mu”, canzone evocativa con arpeggi oscuri e tastiere suggestive, è “Ceremony II, The Way of Sin” che accelera i tempi, offrendo un death/thrash antico ma sempre ben gradito, un pezzo che garantisce incessante headbanging grazie a tempi mai tiratissimi e sempre pulsanti. “The Spell” è lunga e lenta, pesante, doom oscuro e malato, ma decisamente troppo ispirata ai famosi svizzeri. Più teatrale, con suggestive keys la conclusiva megalitica “Doppelganger II, The Abyss”, brano con momenti trionfali, parentesi pesanti che non negano di offrire mid tempo micidiali. Disco piacevole, ben prodotto, tuttavia non esaltante, anche per la varietà dei brani che non seguono un determinato filo conduttore (si passa dal doom Frostiano al thrash/death). Mettendo a confronto i due dischi, il debutto appariva più avvolgente, quasi che quell’impostazione a-là ‘Frost fosse la radice dell’intera composizione degli spagnoli. “The Abyss”, comunque, offre tre quarti d’ora potenti, d’assalto, pesanti, ben suonati e ben composti. Ma è palese che questa band, date le capacità, debba a tutti i costi conquistare una dimensione di personalità più identificativa, altrimenti il rischio è quello di finire negli inferi dell’oblio.

(Luca Zakk) Voto: 6,5/10