(Herbivorous Rec.) Nel campo musicale mettere insieme più stili e generi è spesso un’operazione delicata. I risultati non sono dunque sempre positivi. I tre napoletani Totenwagen sono armati di basso, il quale fa anche da cantante, tastiere e batteria, suonando come se qualcuno dei Motörhead, dei Darkthrone, dei Cramps e di una qualsiasi band punk, si fossero dati appuntamento in uno scantinato per una jam session. Il risultato è “Notte di Guai”, un album (definiamolo pure coì, ma supera di soli diciotto secondi i ventitré minuti) dai toni insalubri, oscuri, ruvidi. Un lavoro nel quale ne succedono di cose e ne nascono di altre. Un esperimento riuscito per i Totenwagen, attraverso un insieme di rock, punk, heavy metal, abbinato a toni gotici e horror e addirittura di melodie classiche. “Notte di Guai” è una ruvida espressione musicale piuttosto personale. Ruvida perché i suoni sono appunto scarni, ombrosi non tali però da arrivare all’orecchio dell’ascoltatore con sufficiente personalità. Al massimo è il cantato che risente dei volumi non perfettamente bilanciati. Occorre alzare il volume per arrivare a capire qualcosa di queste linee vocali in italiano, dialetto napoletano e tedesco. “Nocturno Punk” e “Notte di Guai” sono le uniche due composizioni nelle quali entrano in azione le sei corde. Ventitré minuti giocati tra suoni horror e goth-rock e linee di punk che si alternano a scanzonate irruzioni metal e furiose cavalcate dai toni old style. Ci sono un po’ di cose, c’è un fondo eccentrico in queste canzoni e uno spirito punk che manifesta la propria perplessità verso una natura sfruttata e stritolata dall’uomo e della sua possibile vendetta verso il genere umano.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10