(Pathogenic Records) Forse non tra i nomi che arrivano subito in mente quando si parla di tech-heavy-thrash metal, ma i Tourniquet di Ted Kirkpatrick rappresentano la qualità in questo ambito. Fondati nel 1989ndal batterista che ha inciso sia lavori solisti e suonato, anche se per poco tempo, nei Trouble di Milwakee, la band vede proprio Kirkpatrick come l’unico da sempre in pianta stabile a dirigere le operazioni. Ted ha prodotto una discografia imponente e “Gazing at Medusa” esplode con tutta la qualità, abilità e savoir faire della band. L’album è stato realizzato con Tim Ripper Owens (ex Iced earth) alla voce, l’eccellente ex Megadeth Chris Poland alla chitarra solista e fiancheggiato da Aaron Guerra all’altra sei corde. L’intera sezione ritmica, dunque anche il basso, è di Kirkpatrick, mentre Deen Castronovo fa capolino alla voce nella title track. Nei Tourniquet in passato hanno collaborato altri grossi nomi, come Marty Friedman (ex Megadeth), Karl Sanders (Nile), Dug Pinnick (King’s X) e tanti ancora. I Tourniquet sono un covo di mostri e maestri dell’interpretazione del genere metal e del suo songwriting. Quest’ultimo unisce tecnica a una visione umorale del genere stesso, tra monenti heavy e thrash, tra speed metal e sfumature possibili, la dominate dei pezzi di Kirkpatrick, autore di tutte le musiche e testi, e soci presenta ormai un marchio, uno stile, un’atmosfera consolidati. Questo nuovo album non si discosta da altri e la band mette in campo esecuzioni pregevoli, coronate da evoluzioni melodiche importanti. L’esecuzione dei musicisti permette di assorbire e capire le canzoni. In esse a volte si ha la percezione di ritrovare elementi di Megadeth, Queensrÿche, Iced Earth, Nevermore per esempio, come se queste abilità fossero estratte, sintetizzate in questo laboratorio chiamato Tourniquet. Ted Kirkpatrick, Aaron Guerra e gli altri danno la propria impronta al tutto. “All Good Things Died Here”, la drammatica “The Peaceful Beauty of Brutal Justice”, la title track, sono esempi di come i brani siano un continuo evolversi. Guardare questa gorgone incanta ma non pietrifica. Del resto ‘medusa’ in greco vuol  dire ‘guardiana’ e anche ‘protettrice’. Loro, Kirkpatrick e gli altri, rappresentano appunto un preservare il metal, suonandolo secondo principi puri, veri. Quelli per i quali il genere si è imposto negli anni.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10