(Massacre Records) I Toxik sono stati una buona realtà della scena metal americana. Solo due album incisi negli anni ’80, l’ottimo “World Circus” e il non meno affascinante “Think This”, poi questi autori di uno speed metal che presto si evolve nel thrash metal, purtroppo si sciolgono all’inizio degli anni ’90. Si riformano poi, però che fossero in circolazione quasi non si avverte. Di fatto poche pubblicazioni e di piccola portata, come EP, demo, compilation e altro. Finalmente quest’anno la band di Josh Christian, orma unico elemento originario dei Toxik, valido chitarrista solista affiancato dal ritmico Eric van Druten, pubblica un nuovo album. Appunto il terzo e sembra quasi che il tempo si sia fermato negli anni ’80. “Dis Morta”, la funambolica “Feeding Frenzy” e “The Radical” aprono l’album brillantemente. Si nota da subito Ron Iglesias, anche membro dei Paralysis, al microfono e la cui voce sembra un miscuglio tra Bobby ‘Blitz Ellsworth, un cantante power metal ma in stile Blind Guardian e certi modi di estremizzare le strofe che ricordano, non il tono ma appunto il cadenzare le parole, di Mark Osegueda. Un quadretto vocale, quello della descrizione, probabilmente articolato e ampio visto i nomi che si tirano in ballo, ma abbastanza centrato per capire come la vocalità di Iglesias con questo speed-thrash metal riporti le lancette dello stile a quegli anni. Canzone dopo canzone i Toxik alzano il ritmo, tengono alta la forza e velocità e poi nella parte centrale di “Dis Morta” abbandonano un po’ gli schemi vecchia maniera e sembrano proiettarsi verso atmosfere meno datate. La sezione centrale dell’album impressiona per la letalità dello stile, al contempo nessuna canzone sembra emergere quanto il trittico d’ingresso a “Dis Morta”. Fatta eccezione per “Straight Razor”. Interessante “Devil In The Mirror” che rievoca i Megadeth di molti decenni fa, mentre la seguente e conclusiva “Judas”, canzone più lunga delle dieci con i suoi quasi sei minuti, suona come composita, articolata però l’impressione finale è che non vada da nessuna parte perché non dimostra nulla di più rispetto a quanto udito fino a quel momento. Josh Christian è un abile chitarrista, assoli fulminanti e l’affiancare di Eric van Druten permette costruzioni di riff ed evoluzioni anche da funamboli. L’aspetto ‘technical’ del metal dei Toxik è palese, manca solo qualche canzone che non sia solo esibizione di tecnica e di arrangiamenti. Serve anche qualche tema melodico da trasportare attraverso questi flussi. Tutto sommato però la band è ancora viva, nonostante con enormi cambi di line up, il marchio Toxik ha ancora un senso.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10