copTrancmission(Pure Rock Records) Un album assurdo. Completamente assurdo. Immaginate di mettere in piedi una band, magari anche con componenti molto in gamba. Cosa suonate? Beh, si comincia sempre con le cover no? Poi qualcuno inizia a scrivere delle canzoni… e lo fa ispirandosi alla musica che popola gli ascolti abituali dei membri della band stessa. Normale? Certo… almeno fino a quando le nuovi canzoni non iniziano ad essere quasi dei plagi, senza però esserlo (!!!)… e risultando assurdamente godibili, attraenti, schifosamente catchy (dopo tutto sono mezze copie di roba famosa e catchy per definizione, no?). I tedeschi Trancemission (Trance+mission… la ‘missione’ nel nome ce l’hanno aggiunta dopo) arrivano al quinto lavoro, un concentrato di canzoni che spaziano dall’hard rock al power, deviando talvolta su strade secondarie… sempre molto interessanti e coinvolgenti. Dopo l’intro “Der Hölle Rache Kocht In Meinem Herzen” (più assurdo di tutto il disco), c’è questa “Queen Of The Night”: ed ecco i Therion al 100%. Poi arriva “Killer” e siamo su un AOR, siamo su Aerosmith, siamo su hard rock con tocchi teutonici alla Accept/UDO. E “Killer” uccide, pulsando senza pietà… dimostrando quanto Lothar Antoni sappia torturare il microfono. Se vogliamo trovare un hit, allora l’hard rock sfacciato con dito medio (sia musicalmente che nei testi!) di “Make My Day” è la risposta! Impossibile resistere, impossibile non imparare una song che esalta concetti quali “Shut the fuck up”, “Go Away”, “Hey There Wankers” e “Hey Bloodsucker, Fellows-Fucker”. È una dannata instant hit che fa muovere le chiappe! La title track l’hanno scovata negli annali dell’hard rock, ed è impossibile non pensare ad una mid 80s del tipo scala-classifiche-fino-al-top, con la seguente “Hey There Gipsies” che segue lo stesso indirizzo, aggiungendo un tocco di ‘glorioso’ ovviamente già sentito (provare per credere) ma intelligentemente rivisto e corretto. Assurda “Lone Wolf”, quasi southern molto folky (con loro che sono tedeschi, perfetto). Non so se è un pezzo che suona meglio in un’arena o all’Oktober Fest quando ti stai scolando il quinto litro di bionda… ma sicuramente suona potente e… gloriosa! Una preghiera alquanto strampalata con “Jesus Christ”, canzone che al di là del testo (orribile) risulta travolgente, con accenni sinfonici molto ben pensati. Ballatone lacerante “The Soil of a Man’s Heart”, con un testo che deve essere volutamente patetico, dando un nuovo valore all’aspetto “caricatura del metal” che la band mi trasmette. Gloriosa “Legal Highs” (c’è un po’ di Hammerfall…), subdola “Rockin’ Is Ma Business”, un southern alla Beastie Boys magnetico ed appiccicoso (ecco questa è l’altra hit!). “Diamond Pretty” è l’altro ballatone, questa volta così gloriosa da far sembrare che siano stati gli Hammerfall a copiare dai Trancemission! Ma queste canzoni, e quasi nessuna si salva, fanno pensare ad altre canzoni famose o al sound di bands famose: un cosa che meriterebbe la pena di morte se non fosse per l’immensa qualità, il suono perfetto e potente, un vocalist decisamente superlativo e la fantasia creat… aehm… nel copi… aehm.. nell’ISPIRARSI che rasenta il geniale. Non so se vogliono prendere in giro o se ci credono per davvero, ma qui ci sono quattordici pezzi, ed è faticoso scegliere il migliore. Già sentito o meno, direzione stilistica zigzaggante o meno. Un album di metallo frizzante a prescindere.

(Luca Zakk) Voto: 8/10