(Pure Rock Records) Geniale. Un artista che eleva a livello industriale la creazione musicale. Un artista la cui attività principale è produrre musica, suonare musica come session performer, cantare musica per album di altri… basta guardare in giro per il suo sito web e vedere la vasta gamma di servizi che offre. Si guadagna da vivere  onestamente facendo ciò che gli piace fare e mettendo a disposizione la sua esperienza agli altri. Onesto è il suo modo di vivere quanto onesta risulta la sua musica. Dopo sei album (tre come Trigger, tre come Daniel Trigger) ecco arrivare il settimo capitolo. Vi siete dimenticati come suonava il rock degli anni ’80? Quello che riempiva arene e stadi? Vi ricordate i Bon Jovi del primo decennio? Whitesnake? Poison? Daniel Trigger adora quella musica, e quando trova il tempo, tra tutte le cose che fa, di scrivere per se stesso, il risultato è un concentrato di quegli anni, registrato in maniera assolutamente perfetta, che offre sensazioni fantastiche. L’approccio alla musica di Daniel Trigger offre quella sensazione strana di quando ascolti una band hair metal degli anni 80, che risulta potente, esplosiva, grandiosa; e tu sei li che ti chiedi chi  diavolo sono questi, e per quale dannata ragione tu ancora non li conosci. Un album assolutamente godibile, di vero hard rock, di puro hard rock. Composizione, Voce, Chitarra e Tastiere. Un artista che fa di tutto, e che ha perfettamente chiaro il risultato da ottenere. “Sell My Soul” apre l’album in maniera epica, ed offre un hard rock estremamente potente, strutturato intelligentemente, pronto per essere suonato davanti ad un pubblico vastissimo. “Losing My Faith” è un pezzo grintoso, con una tastiera ben collocata, che da ampio spazio alle notevoli capacità vocali di Daniel. “Alone Tonight” è decisamente un pezzo che avrebbe dovuto comparire su un album dei Bon Jovi: tastiera, riff, basso… tutto riporta a quegli anni, a quel feeling. Ma non è certamente questa potenziale cover dei Bon Jovi a determinare il marchio di fabbrica di Trigger. Pezzi come “Breathe Again”, “One Way Mirror” e “Pendulum” offrono originalità compositiva, ed un divertimento garantito. Un esempio di come suonare questo genere in maniera fresca e positiva. Quasi un’ora di goduria a base di rock, di riff potenti, mentre la mente divaga tra palcoscenici immensi, stadi gremiti, e giorni gloriosi dove la musica era energia positiva, sballo totale, un’autentica cura ai mali della società. Gli album come “Infinite Persistence” mantengono in vita questo spirito, immortale, implacabile, più forte di mode, epoche e gusti. Questo è il manuale dell’hard rock. Leggetelo. Imparate.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10