(badGod Music) Patrick Brown è di San Francisco e suona diversi strumenti. Il risultato della sua maturazione musicale si chiama Trillion Red e “Metaphere” è il primo album che Brown realizza dopo un EP e altre release minori fatte in passato. Il genere affrontato da questo musicista non è immediatamente definibile. Lui stesso costretto dalle continue domande o definizioni tentate dai giornalisti lo chiama dark progressive avantgarde metal. Ad essere dark la sua musica lo è. Uno scenario ombroso, decadente, ma è camaleontico, muta, diventa qualcosa e poi altro. Progressive lo è per quel suo mutare che è anche l’essenza di quell’avantgarde, cioè di quell’evolversi attraverso suoni e sperimentazioni. Io personalmente ci sento la new wave, ma non viene meno l’apporto psichedelico però sempre macchiato di nero. Il metal è presente, a tratti compare nonostante abbia toni noise. Fare il giochetto delle etichette e della descrizione della musica attraverso parole e termini standard, è però un’operazione vuota. “Metaphere” è musica che proviene da dimensioni esterne a noi. L’impronta triste e dimessa sembra la proiezione dell’inconscio, magari di quello dell’artista che l’ha composta e suonata (tranne la batteria che è di un session man). Qualsiasi cosa a cui la musica miri, si esprime attraverso significati e stati emotivi che rendono l’ascolto di “Metaphere” uno straniamento. La durata dei pezzi è variabile. “Trichroic” è una canzone divisa in tre parti, per un totale di quasi 16′, “Parables and Levitation” supera di molto gli 8′ e sono poche quelle che si assestano sui 3′. “Dawn State”, supera i 14′ e si comporta a tratti come i Ministry di molti anni fa, all’epoca di “The Land of Rape and Honey”. Brown non pensa a ripetere gli stessi principi nei pezzi e questi cambiano la propria forma a più riprese, modificandosi nelle melodie, nel drumming, nel come alterna riff ad arpeggi e distorsioni a delay. Un’ora di musica affascinante perché strana e comunque ruvida, cioè senza ricami alla produzione. Un prodotto spontaneo e indubbiamente atipico.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10