Coverart for Triosphere(AFM) Ormai quattro anni fa, quando ancora scrivevo su un portale passato a miglior vita, fui positivamente colpito da “The Road less travelled”, secondo disco dei norvegesi Triosphere – i quali, udite udite, non suonano black metal ma un power/prog molto alla tedesca. Finalmente, dopo lunghi tour e un buon periodo di pausa, gli scandinavi tornano all’attacco con questo “The Heart of the Matter”, confermando senza dubbio quanto avevano mostrato di buono in passato. Le chitarre eccezionalmente spigolose dell’opener “My Fortress” contrastano efficacemente con l’apertura melodica del ritornello: la voce di Ida Haukland, grintosa front woman della band, mi sembra essere diventata ancora più sicura e graffiante. Sorprende “Steel away the Light”, un brano che con un arrangiamento meno duro poteva essere una hit hard rock; “The Sentinel” sa invece lontano un miglio di power tedesco, quello tosto e diretto di formazioni come i Brainstorm o i Mystic Prophecy. “Breathless” è una power ballad che in un passaggio sembra quasi darsi al blues, a testimonianza della positiva varietà dei brani; “The Heart’s Dominion” mette insieme cori alla Nightwish e un ritornello da power sinfonico, quasi alla Sonata Arctica della prima ora. Altro refrain catchy (stavolta forse troppo ruffiano) in “As I call”, mentre “The Sphere” è forse l’unico pezzo veramente progressive dell’intera scaletta; con la dolce “Virgin Ground” si chiude un album indovinato, che rinuncia a un po’ di progressive in favore di melodie a volte abbastanza di cassetta. In ogni caso consigliato.

(René Urkus) Voto: 7,5/10