(My Graveyard/Masterpiece) Dopo aver registrato un demo l’anno scorso sotto il nome di Turbo Mass, questi quattro ragazzi marchigiani hanno deciso di cambiare nome ed ecco così il debut dei Turbo Rexx, edito per la sempre lungimirante My Graveyard Productions di Giuliano Mazzardi. Copertina minimale, booklet con altri disegni esplicativi delle varie tracce, suoni gradevolmente vintage, testi spesso sospesi fra sci-fi e heroic fantasy, aderenza direi addirittura religiosa ai canoni degli anni ’80: “The ancient Stories” va diretto verso il pubblico dei defenders più rigorosi. “The Hunt is starting now” presenta tutte le caratteristiche del sano heavy/speed metal: è subito chiaro che si tratta di un lavoro basato su un muro di chitarre molto consistente, con le due asce sempre in primo piano a contendersi la scena con i solos. Una delle due, peraltro, è stretta da Guido Tiberi, uomo di punta di formazioni come Assedium o Axevyper. In “The ancient Story” sono sicuramente maggiori gli influssi NWOBHM, ma data la natura e la competenza dei musicisti coinvolti non dovete certo pensare agli Iron Maiden: formazioni più di nicchia sono il modello a cui si guarda. “Cenere e Ossa”, dove la velocità regna sovrana, è cantata in italiano e ricorda inevitabilmente alcune cose di Rosae Crucis; il testo (come altri della tracklist) è decisamente critico nei confronti della religione a 360°. Non so cosa vi aspettiate da un brano che si chiama “Turbo Dinosaur” ma sì, ovviamente è heavy metal muscolare ma allo stesso tempo sognante e senza tempo, con quel tocco naive caratteristico di tante produzioni italiane di questi ultimi tempi (il pensiero va subito, ad esempio, ai già citati Axevyper). Cori barbarici e strutture più quadrate sostengono “Dangerous Woman”, mentre si torna allo speed pensando al “Wild Future” che ci aspetta. Avrei una sola riserva: il cantato, spesso non stellare, del leader e chitarrista Andrea Pastore. Per il resto chi segue la NWOIHM può acquistare a occhi chiusi.

(Renato de Filippis) Voto: 7/10