copturbulence(Prog Sphere) Fa piacere vedere arrivare alla redazione di MetalHead un disco che viene dal Libano: la musica è, è stata e sempre sarà uno strumento per superare le barriere e gli odi fra i popoli e, in questa condizione storica particolare, fra Medio Oriente e Occidente… i Turbulence sono esordienti e suonano prog metal. Atmosfere pesanti per “Richardson’s Nigthmare”, con (nel solo) un buon lavoro di tastiere e un breve ma indovinato inserto di sax; si fa apprezzare anche la chiusa di pianoforte. “Never let me go” è una power ballad dai toni soft, abbastanza di maniera ma sufficientemente coinvolgente per l’ascoltatore; con “Everlasting Retribution” restiamo su tempi medio/lenti, per cui il disco si colloca nel settore più maturo e adulto del progressive metal (quello, per capirci, alla Porcupine Tree), senza virtuosismi folli ma con una buona solidità di songrwiting. Anche i dieci minuti di “My darkest Hour” sembrano andare avanti con il freno a mano tirato: le parti strumentali sono certamente pregevoli (torna il sassofono e appaiono tastiere emersoniane), ma manca quel ‘quid’ in più che vada oltre la buona esecuzione e stupisca l’ascoltatore. La titletrack, che dura 14 minuti, è chiaramente divisa in due parti: la prima è finalmente un po’ più arcigna, per cui se non ai Symphony X possiamo almeno pensare; la seconda è una passerella strumentale conclusiva, una sorta di congedo di ognuno dei membri dei Turbulence dal proprio pubblico. Un disco riuscito, senza squilli ma apprezzabile e onesto.

(René Urkus) Voto: 7/10