(Karisma Records) Ci ho messo un po’ a capire questa nuova pazzia dei norvegesi Tusmørke. Dovuta premessa: li adoro. Amo questa loro musica sballata, sconvolta, psichedelica, progressiva ed infinitamente folkloristica. Ho curato gli articoli per tre dei loro precedenti lavori, questo è il quinto… ed ogni volta hanno saputo sorprendermi, ipnotizzarmi con le loro arti magiche, catturando la mia mente con melodie psycho-folk completamente fuori di testa, dominate da una voce sconvolta che si esprime con la fantastica musicalità della lingua madre. Se l’ultimo album era oscuro (qui), il precedente estremamente catchy (qui)… quest’ultimo lavoro, composto da ben quindici tracce spiazza. Destabilizza. Tanto per cominciare si tratta di un lavoro assurdo. Estremamente Tusmørke, ma comunque più assurdo di quanto tipicamente proposto dalla band. Ma c’è limite all’assurdità? Apparentemente no. E sono le note stampa a svelare l’arcano, a far luce sul mistero: non si tratta di un album fine a se stesso (tra l’altro il primo con Karisma, dopo aver lavorato con Svart Records per le altre releases)… si tratta di un album… per bambini! E, in aggiunta, non è solo un album per bambini, ma è anche fatto con i bambini (i loro cori sono molto frequenti nelle varie canzoni). L’idea parte da due musical scritti e composti per una scuola materna di Oslo… i quali inglobano il folk ed il prog della band, la dimensione fiabesca e l’infinita sublime ironia… toccando argomenti di attualità, espressi ‘in codice’ per attirare anche il pubblico adulto. Il tutto confezionato con cura, dietro una copertina di Thore Hansen, noto illustratore norvegese che vanta ben cinque premi da parte del ministero della cultura. Ma musicalmente? Qui c’è libertà espressiva, sonora, melodica e narrativa. Suoni prog, suoni vintage, cori infantili, cori femminili, tastiere MiniMoog e Mellotron. Un caleidoscopio di frequenze sonore senza fine, tanto che ogni ascolto rivela qualcosa di nuovo, di diverso, di inaspettato e curioso. “Tre som bor i et Tre” (‘i tre che vivono in un albero’, ndr) imposta subito la teatralità, l’infantilità e la stranezza del disco… grazie a scelte melodiche traversali completamente sconvolgenti. “Trefar” scatena i bambini, scatena suoni dinamici, scatena il flauto, scatena la magia. “Mellomspill” sembra una geniale filastrocca… e viene naturale impararla a memoria nonostante la lingua. Il ‘re ratto’, ovvero “Rottekongen” è una sfida: se approcciate per la prima volta i Tusmørke, sarà questo brano fantasioso, 70s e fuori di cranio a farvi continuare nell’ascolto o a farvi smettere definitivamente. “Vi er eid” è stupenda. Dolce. Intensa. Un po’ si esce dalla pazzia di questa specifica release per tornare alla purezza della magia del sound firmato Tusmørke. Sublime “Dyrene i Byen” (‘gli animali in città’, ndr). Ricca di calore “Elvene i Oslo”. Stupefacente la potenza dance anni ’70 di “Signekjerringa”… un brano che scatena, elettrizza ed esalta. Fiabesca “Tenkeren”. Rockeggiante “Trollmannen”, a prova dell’ampiezza di gamma coperta da questi artisti eccentrici e fuori epoca. “Lær de fattige å trylle” (‘insegna la magia ai poveri’, ndr) è l’assurdità nell’assurdità… godetevela qui di seguito, fatevi un’idea di cosa voglio dire quando uso la parola ‘assurdo’! Musicisti immensi, fantasiosi, creativi e pronti a tutto. Musica senza età, sia dal punto di vista delle influenze che ne fanno parte, sia per il target del potenziale pubblico. Musica senza limiti e senza confini. Tanto coraggio. Puro genio. Tanta pazzia. Infinita espressione artistica.

(Luca Zakk) Voto: 9/10