(Karisma Records) Sempre più imprevedibili i norvegesi Tusmørke. Un altro album, un altro viaggio, un’altra esperienza sonora… questa volta un doppio disco, un concept che parla dei famigerati Bog Bodies (Mummie di palude, conservate grazie ai muschi tipici delle torbiere) Danesi, figure che i ragazzi della band videro per la prima volta visitando i musei danesi a Moesgaard e Silkeborg da ragazzi, rimanendo affascinati da quei corpi neri con i capelli arancioni. Quelle mummie sono un dilemma archeologico: vittime di omicidio (alcune hanno ferite, segni di tortura o cappi al collo) o vittime volontarie – o quasi (gli esami hanno trovato nello stomaco funghi allucinogeni). di antichi riti persi nei meandri nel tempo ma ancora pane quotidiano di una band stravagante e legata al folk psichedelico come i Tusmørke. Per ampliare la potenza comunicativa ed emotiva, per la prima volta il disco è quasi tutto in lingua inglese (tranne un paio di brani), un disco che narra una storia, che descrive emozioni, che esalta un mito, dipingendone un meraviglioso quadro ricco di dinamismo, di energia, di mistero, di coinvolgimento surreale. Le dieci tracce sono un percorso contorto. Il mastermind e vocalist Benediktator rivela un’anima rock non evidente nelle precedenti pubblicazioni, un’anima rock… quasi metal… che viene suggerita anche dalle musiche, deliziosamente legate all’hard rock progressivo tipico degli anni ’70, un genere nel quale grandi quali Deep Purple, Led Zeppelin, Jethro Tull o Hawkwind hanno saputo scrivere pagine epiche della storia della musica. Progressioni ricche di strumenti non sempre convenzionali, aperture psichedeliche e tribali travolgenti (un esempio pazzesco è rappresentato da “Dog’s Flesh”), rock vintage mastodontico (come su “Ride the Whimbrel” e “Cauldron Bog”), suite imponenti con durate intense che ipnotizzano e portano lontano (“Moss Goddess”, “Black Incubation”), rock con un folklore teatrale capace di spingere le voci verso la pazzia, come succede sulla conclusiva “(The Marvellous and Murderous) Mysteries of Sacrifice”. Con membri dei Wobbler e degli Alwanzatar, “Nordisk Krim” è un lungo e contorto viaggio attraverso un mito, una leggenda, un rituale, attraverso paure, attraverso religioni, culti, condanne, redenzioni ed una sublime ipnotica magia… una magia nera, una magia colorata, una magia priva di luce, o una magia accecante! Seguo i Tusmørke da molti anni e personalmente credo che questi ‘crimini nordici’ sia il loro miglior disco dopo il capolavoro rappresentato da “Ført Bak Lyset” del 2016.

(Luca Zakk) Voto: 10/10