(Punishment 18 Records) Cattivi. Brutti. Incazzati. Sono giovanissimi, ma sembrano entità antiche che saltano fuori da un’altra epoca, come se una macchina del tempo infernale li avesse scaraventati  sul suolo Torinese, per far si che mettessero in piedi questo progetto. Il loro monicker è ovvio, scontato. I titoli dei loro pezzi non sono da meno. Ma a loro non frega nulla, perché nel 2012 propongono un thrash di vecchia scuola, anzi, di scuola pura, originale, reale. Sono il figlio deforme e mostruoso dell’accoppiamento del sound di Kreator ed Exodus. Spaccano, violentano, devastano. Riescono ad infilare dentro le canzoni dei riff agghiaccianti, taglienti, di quelli che ti prendono, ti sollevano e ti sbattono giù sopra un materasso di spine velenose, con una violenza che solo l’orribile creatura raffigurata in copertina può concepire.  La proposta è un EP con cinque brani. Tutti cattivi, tutti violenti, tutti veloci. La title track è forse la meno diretta, nonostante offra una chiara visione delle notevoli capacità tecniche dei quattro Piemontesi. E’ la meno diretta per il semplice fatto che i pezzi che seguono propongono certi riffs micidiali, di immediata efficacia, dannatamente semplici, spudoratamente nostalgici, ma brutali, spacca ossa. Provate a resistere allo slow tempo inserito in “Infernal Trip”. Impossibile. Ed il basso distorto che ricorda quello di Tom Angelripper in “Frustration Of Soul”? Un pezzo geniale, che verso la metà diventa pacifico, melodico, ambientale…. allucinante preludio al riff tortura vertebre che segue, vomitato dalle due chitarre con perversa genialità. Alla metà del pezzo che segue, “Inhuman Slaves” arriva, finalmente, l’estasi infernale, quel piacevole attorcigliamento della spina dorsale, quel dolore infinito, quella violenza disumana. Gli Ultra-Violence sono una di quelle bands che non inventa nulla di nuovo. Prende semplicemente il meglio e lo rende impeccabile. Sono brutali, e dal vivo, ne sono sicuro, sono un’autentico olocausto.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10