(Avantgarde Music) L’ascolto di questo album così brullo, cinico, tagliente e perverso porta la mente lassù, nello scenario desolato dell’Islanda. Ma il duo Ulvik, composto da Jade Fadel e George Allen, è canadese e con questo “Cascades” firma il secondo album con la Avantgarde, anche se la discografia vanta altri titoli. Un black votato la post, votato all’atmosfera, remotamente folk, tanto atmosferico quanto aggressivo, ipnotico ed etereo. “Baaltis” dimostra subito tutto questo: dall’atmosfera della parte iniziale all’inferno che segue, fino a quella sezione riflessiva, ricca di musicalità, di sentimento, di senso trionfale. Di malinconia. Più crudele “Nokhur”, anche se non manca la parentesi nella quale il soundscape porta lontano, oltre il cosmo, fondendo poi terra e cielo in quella evoluzione post di suprema fattura e ricchezza di dettagli. Dettagli che diventano folk ed avvolgono ”Huis Clos”, brano che non nega un black efferato e privo di pietà, sempre sapientemente alternato a quello atmosferico ed assolutamente sognante. Apocalittica “Allmächtiger Gott! Lössch’ Aus”, traccia che fonde noise e black, teorie sonore e progressive, il tutto con folklore, rituale, misterioso e impostazione suggestiva. Ancora folklore dal sapore caldo sulla parte iniziale di ”Salt Of The Earth”, prima di una poderosa apertura verso un black melodico devoto alla dannazione, alla sofferenza e, nuovamente, ad una rappresentazione sonora immensa della malinconia. Black capace di abbracciare innumerevoli divagazioni: tanto oscuro quanto brillante, tanto malinconico quanto devastante, tanto ipnotico quanto brutale, sempre estremamente atmosferico, molto coinvolgente e maledettamente teatrale. Con doppie linee vocali, strumenti inconsueti (archi e bouzouki ellenici), gli Ulvik riescono a fondere calore con gelo, violenza con dolcezza, terrore con provocante visione introspettiva.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10