(Red Cat Records) Bravi e tanto apprezzati con “Crossroad”, QUI recensito, i toscani Upanishad ritornano tre anni dopo il loro esordio con un nuovo album in studio, il quale nelle intenzioni e principi generali rispetta quanto fatto nel suo predecessore. “Reverse Reflection” fonda molto del suo essere sul ritmo, la band toscana infatti si lancia in elaborazioni ritmiche di stile funk, rock, ska creando in ogni canzone uno stato d’animo diverso. “Magik!” ha quel rock zigano in stile Viza e Russkaja, “Love & Will” ha un’identità simile al crossover di certe metal band dei primi anni ’90. “Summoners” è blues che si fonde col funk ed è un altro momento ritmico distintivo dell’album. “Time vs Einstein” è un pezzo dannatamente metal. Sono alcuni esempi rilevanti ma in “Reverse Reflection” la materia sonora è tanta, visto che c’è un’ora e poco più di musica, la quale s dilata in ogni direzione. Il tutto però non ha una patina di perfezione: la band suona in maniera sanguigna, a tratti anche ruvida, mai però grossolana. Il prog a modo loro, si potrebbe dire del suonare degli Upanishad. Vanni Raul Bagaladi (voce e chitarra), Lapo Zini (batteria), Mirko Bazzocchi (basso e cori) si misurano in improvvisazioni di stile, attraverso rock, psichedelia, grunge, metal e tutto il resto in una maniera creativa ed esaltante.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10