copvalfeanor(Cursed Records) Un liquore dal sapore dolce, dolce come il più peccaminoso dei pensieri malvagi, discende la mia gola, la brucia, la infiamma, lasciandomi in un torpore sospeso tra il reale e l’irreale, tra l’immaginario e l’assurdo. Dolcezza ed armonia avvelenati da brutalità e rabbia. Gli Austriaci Valefeanor tornano con il terzo lavoro. Imponente. Selvaggio. Sublime, e perversa, la loro capacità di mescolare un black metal puro, estremo, quasi underground, ad atmosfere coinvolgenti ed elementi molto ben dosati di symphonic black, in chiave progressiva. Il risultato è un prodotto sonoro massacrante: l’ascoltatore viene colpito da un mid tempo, per poi trovarsi l’assalto del blast beat. Un momento solenne, che viene poi sconvolto da un drumming essenziale, per poi deviare completamente, colpendo l’ascoltatore con elementi del tutto inaspettati. La sensazione di trovarsi nel mezzo di un letale fuoco incrociato è costante, ed il terrore viene enfatizzato dalla terribile voce di Cardinalis Desderoth, mente malata del progetto, voce infernale di queste dieci maestose oscenità. Suggerisco un ascolto dedicato, pura adorazione del male, meglio in cuffia. La potenza dell’album è ingigantita quando si possono percepire i piccoli brutali dettagli sapientemente inseriti secondo dopo secondo. I repentini cambi di tempo della doppia cassa. Il basso che riempie l’aria come un peccato immondo ruba la verginità ad anime pure, costringendole ad un’eternità di piaceri carnali. Geniale l’uso della tastiera, che offre sinfonie trionfali, ma anche idee anni ’70, concetti psichedelici (ascoltatevi “Chaos Nova”…)… cose assurde, inserite in cose ancora più assurde con un risultato assurdamente fantastico, geniale, irresistibile. “Lethe Disseits” è uno dei pezzi migliori, con una progressione monumentale. La title track è un perfetto esempio di questa musica per la quale, di fatto, non è possibile concepire esempi. “The Elegy And Reverence” riesce ad integrare più delle altre tracce degli elementi molto catchy, pur mantenendo una ricetta unica, diversa da molte cose note, abituali, già sentite.  Fantastici le tre filler strumentali (“Interlude”, “Prelude” e “Postlude”) suonate con un pianoforte oscuramente romantico. Un’opera capace di offrire cose nuove, diverse, progressive senza ricadere nella complessità difficilmente godibile da parte di un pubblico più vasto. Una dote fantastica che porta alla comprensione del complesso anche alla mente semplice. Un album che avvicina al lato oscuro. Un album che tocca sentimenti deviati, le perversioni umane, qualsiasi cosa risieda dall’altra parte di quello specchio rappresentato dall’anima.  Musica composta con emozione, da ascoltare con emotività, concepita per emozionare.

(Luca Zakk) Voto: 8/10