(Century Media) Quando nel 2010 Gregor Mackintosh (Paradise Lost) diede vita al progetto, reclutando gente come Adrian Erlandsson (At The Gates, Cradle Of Filth e molti altri), il fedele Hamish H. Glencross dei My Dying Bride e poi nel tempo altri musicisti, pensò di suonare del death metal di stampo che guardasse alla scuola svedese dei primissimi anni ’90, dunque un qualcosa che fosse cavernoso, ruvido, comunque chiaro nelle sue strutture, contaminato da un rovinoso crust. A ciò ha poi aggiunto il doom, come poteva essere prevedibile vista la sua apaprtenenza al genere. Oggi a Mackintosh e Glencross si affianca il batterista Waltteri Väyrynen (batterista per molti, compresi i Paradise Lost) e insieme costruiscono una dimensione avulsa dai contesti delle loro formazioni d’origine I tre si lanciano in un percorso ben preciso, cioè suonando nei bordi dell’oscurità, pompando il sound di cattiveria e distorsioni vibranti e possenti. Tra death, doom e principi scandinavi e anglosassoni, “Fear Those Who Fear Him” sviluppa dodici canzoni che sabbracciano un ampio raggio delle possibili platee metal. Scatti crust, ondate di morte con cadenze doom tipicamente inglesi, snervanti assalti death metal fatti alla maniera degli At The Gates o degli Entombed degli esordi, sono alcuni elementi che caratterizzano “Fear Those Who Fear Him”. Oggi i Vallenfyre sembrano essere qualcosa di più di un progetto parallelo, perché anche se questo sound ricalca l’old style, suona maledettamente attuale perché la capacità di Mackintosh e soci sta nel sapere suonare del metal vero e proprio.

(Alberto Vitale) Voto 8/10