copVanishingPoint(AFM Records) Si avvicina al ventesimo anno la storia degli australiani Vanishing Point, i quali possono perfino vantarsi che più noti Sonata Arctica hanno registrato una cover di un loro pezzo (nel’EP del 2004). Ed infatti oltre ad aver fatto un tour assieme, il cantante dei finlandesi è presente su questo quinto disco come ospite, giusto per sottolineare il buon rapporto che esiste tra queste due ottime realtà. Il genere è esplicitamente melodico e progressivo, con una marcata componente power metal e questa ora abbondante di musica risulta curata, molto ben suonata, melodica, facilmente assimilabile anche se molto tecnica e ricercata. Ci sono tutti gli ingredienti che hanno reso grandi bands come gli stessi Sonata Arctica, gli Stratovarius, gli italiani Eldritch, i Symphony X: potenza sonora, assoli geniali, tastiere non semplicemente forzate al ruolo di accompagnamento, vocalist con una voce coinvolgente ed irresistibile, ritmiche feroci, pesanti sempre a supporto di assoli con una progressione micidiale, con scambio di fraseggi tra chitarra e tastiera. Il quinto disco mantiene, fortunatamente, questa tendenza, e denota una certa intensificazione dei fattori progressivi e power. Stupenda “When Truth Lies”, ritornello memorabile, ritmica tagliente e reparto assoli esemplare. Velocità sostenuta su “Circle Of Fire” il pezzo dove Tony Kakko è presente come ospite. Musicalità magnetica, impossibile da ignorare, impossibile da dimenticare, una struttura della canzone che invita a cantare senza sosta sulla fantastica “Let The River Run”: quelle ritmiche pesanti addolcite da tastiera e pianoforte sono stupefacenti e la performance del vocalist è di prim’ordine. Potenza e melodia sublime su “As December Fades”, contorta “Walls Of Silence”, struggente “Story Of Misery”, grintosissima “King Of Empty Promises”. La tracklist chiude con lo strumentale “April”, pieno di armonia ed ansia, un imponente outro che conclude ottimamente questo validissimo lavoro. “Distant Is The Sun” è un album molto bello, non particolarmente originale… in un genere dove è ormai veramente molto difficile esserlo. Però è un disco che se fosse uscito negli anni ’90 avrebbe scalato le classifiche e qualunque amante di queste sonorità (io compreso) non può non restare affascinato dalla sapiente fantasia musicale e dalla coinvolgente impostazione di ogni singolo capitolo tra queste quattordici perle di tecnica, melodia, potenza e gusto compositivo.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10