copVARDAN(Moribund Records) Mostruoso. Pochi mesi fa ho recensito l’ottimo “The Wood Is My Coffin”, ed ora un altro lacerante lavoro di questa iperattiva one man band siciliana. E’ un black metal lento, malato, pieno di sofferenza, ansia, depressione, esaltazione del lato oscuro della vita… e della morte; questo nuovo lavoro (il terzo nel 2014), composto da tre imponenti nuove tracce di ben oltre i dieci minuti ciascuna esalta la tetra creatività di quella mente perversa e cinica che sta dietro al progetto. Ritmi mortali, ipnotici, una costante lugubre manifestazione di immagini che dipingono tristezza, esistenza dannata, corruzione mentale. Forse meno ricercato del precedente lavoro, “Enjoy of Deep Sadness” risulta essere di gran lunga più diretto, più essenziale, più espressivo grazie alle ritmiche che condannano per l’eternità, riffs di chitarra meravigliosamente decadenti con linee vocali mai dominanti, brutali, estreme, sempre capaci di amplificare il concetto stesso di male e sofferenza acuta. Apre “A Broken Existence”, il pezzo forse più assurdamente melodico, dove qualsiasi negatività della vita viene sapientemente dipinta da riff semplici ma perversi. La title track è più lenta ma anche più grezza e tuttavia riesce a divagare meravigliosamente su territori quasi ambient, esaltando il livello percettivo dell’intero lavoro. “An Abstract Voice”, il pezzo più lungo posto in chiusura, si spinge oltre fino ad ad integrare idee diverse, un songwriting con dettagli non comuni, cosa alla quale Vardan ha abituato il suo pubblico. Il cantato, certi fraseggi della chitarra, certi minimali accenni teatrali rendono questo pezzo morboso, legato ad un black depressivo tradizionale ma con una corrente di innovazione che porta questa tortura verso nuovi surreali livelli di crudeltà. Ancora una volta un’opera con un assoluta negazione della vita, un rifiuto della luce, dell’aria respirabile. Nemmeno le immagini dell’inferno possono descrivere questo sound. L’iconografia infernale suggerisce un ambientazione troppo caotica, troppo rumorosa, mentre la musica di Vardan è definibile come il lato pacifico del male, una rilassante sensazione che porta irreversibilmente verso l’ultimo respiro, l’ultimo istante di vita, verso una fine silenziosa, solitaria ed estremamente struggente.

(Luca Zakk) Voto: 8/10