(autoprodotto/Distrokid) Erano un quintetto, poi si sono sono ridotti a quattro… ed ora rimangono solo in tre… ma la potenza sonora che sono in grado di scatenare continua ad essere ricercata e pericolosamente mostruosa. Nuovo album per gli italiani Varego, il quarto, una espressività artistica libertina molto difficile da classificare, con un sound pesante, oscuro, il quale è capace di mettere in piedi un’atmosfera sempre eterea… quasi una malinconia che trionfa con la sua bellezza su un inferno moderno, industriale, con arrangiamenti e progressioni che trovano il punto di congiunzione, apparentemente inesistente, tra il male della vita e quei momenti spirituali, riflessivi, ricchi di brillante luminosità. Evoluzioni ansiose su “Tunnel”, pezzo che naviga tra riff pesanti, growl, clean spettrale, crescendo verso spunti che in qualche modo ricordano gli Amorphis di fine anni ’90/inizi 2000. Rabbiosa “Limbo”: riff provocante con una teatralità ricca di tecnica, mentre è pungente “Death”, brano con uno dei refrain più avvolgenti dell’intero disco. Una certa tendenza verso un thrash tecnico si percepisce spesso in questo album e “Needles” si rivela essere un perfetto esempio, anche se -ovviamente- i Varego cambiano sentiero con destabilizzante e repentina naturalezza, aprendo ad un rock oscuro arricchito da una chitarra molto ricercata. Quel thrash torna con “One” anche se diventano più chiare le tendenze contorte, ricordando certe idee dei Cynic. Pesante e tagliente, ma anche atmosferica e suggestiva, “Wave”, prima della conclusiva “Raptus (Un passo e muori)”, l’unico brano in lingua madre il quale sembra fuori luogo in occasione dei primi ascolti, per poi crescere impetuosamente, svelare segreti, potenza, grinta, rabbia ed una genialità nella scelta degli arrangiamenti. Dietro un’altra stupenda copertina, “Varego” è un album organico, registrato quasi completamente in presa diretta, tanto che si percepisce un’urgenza espressiva, un incedere incalzante, esplosivo, una corsa forsennata interrotta da momenti di riposo, per riprendere fiato, per prepararsi al prossimo spunto, al prossimo salto nel vuoto. Potenti come non mai, scatenati nei momenti più furibondi, intelligenti e provocanti nelle parti più ipnotiche: un connubio di estremi opposti, i quali si piegano, mutano e si uniscono in un’unica travolgente esperienza musicale.

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10