(Napalm Records) Chitarre pesanti ma fluide, ritornelli d’effetto. “Zeichen” è questo, ovvero i Varg della prima ora. Nessuno sviluppo particolare e neppure novità sostanziali, se non un passetto indietro verso strutture e composizioni più semplici eppure come sempre immediate. In breve è questo il nocciolo dell’arte dei Varg che in questo momento sono una concreta realtà pagan/viking metal. Le cavalcate neo-death metal sono smussate, c’è meno rabbia in sostanza, come lo lascia capire quanto i Varg realizzano in “Fara Til Ránar” per esempio, oppure in “Feld der Ehre”. Il punto però è che queste andature alla lunga risultano essere un po’ standard. Insomma, il ritornello e qualche bridge rendono caratteristici i pezzi, insieme a delle pagan melodies d’effetto, altrimenti potremmo pensare a due o tre canzoni che strutturalmente si ripetono nell’album. Un giudizio brusco che non vuole essere definitivo, e non una pura constatazione. I Varg ritornano alle origini e attraverso una produzione curatissima che esalta i dettagli e al contempo rende il tutto ancora più fruibile.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10