copveraeuridice(SPB Produzioni) Progetto del cantante/chitarrista Fabrizio Sassi, gli Italiani VeraEuridice attualizzano il mito di Orfeo, disceso negli inferi per recuperare l’amata Euridice, cosa a lui concessa a patto che nel viaggio di ritorno verso il mondo dei vivi non si volti indietro. Lui, temendo che la persona che lo segue non sia Euridice, si volta, condannando l’amata a rimanere negli inferi. L’immagine data dalla band è di una Euridice seducente, pericolosa e tentatrice. Si insinua il sospetto che il dubbio nutrito da Orfeo non sia un caso, che sia un piano studiato fin nei minimi dettagli. Euridice è la metafora di tutto ciò che è seducente pur essendo pericoloso… Oppure, il fascino sta proprio nella pericolosità. Musicalmente, la band propone un metal sinfonico, molto teatrale, avvalendosi anche di una cantante lirica. L’album apre con “Mi Prenderò Gioco Di Te”, un tappeto di tastiere soffuso e la bella voce di Maura Nardelli ad anticipare l’entrata della chitarra. Splendido il duetto vocale tra Maura e Fabrizio. “Pericolosa” è più veloce, quasi power metal. Le linee vocali sono epiche e solenni. Gran lavoro del basso, che si abbandona in veri e propri virtuosismi. “La Trappola dei sensi” mi ricorda un ideale punto d’incontro tra Iron Maiden e Lacuna Coil, questi ultimi principalmente nelle melodie vocali. “Scritto Con La Luce” mette in evidenza il lato moderno della storia, visto che tra le tecniche per sedurre Orfeo, Euridice si affida alla fotografia. Musicalmente la canzone è lineare, con un chorus molto efficace. Chitarra acustica e voce femminile introducono “Fidati Orfeo”, che sfocia in un riff di chitarra terzinato, le tastiere in evidenza e un gran lavoro di batteria. “Io Come Mare d’Inverno”, caratterizzata da un bel duetto tra voce femminile e voce lirica, è il brano conclusivo: anche in questo caso le tastiere sono in evidenza, sorrette dalla batteria in doppia cassa. La registrazione è buona, tutti gli strumenti si sentono distintamente, anche se forse la batteria poteva essere registrata a un volume leggermente più alto. L’ascolto è scorrevole e le canzoni non si dilungano inutilmente, cosa non scontata quando si parla di lavori in cui la teatralità la fa da padrona, che solitamente tendono ad essere prolissi. Complimenti davvero a questi ragazzi, anche per i riferimenti culturali e la storia costruita intorno ad essi

(Matteo Piotto) Voto: 7/10