(The Path Less Travelled) Non mi ha del tutto convinto questo nuovo lavoro dei black metallers americani Vesperian Sorrow, però la musica che si porta dentro ha irisvolti di sicuro interesse. In pausa da un album vero da almeno sei anni, i texani ritornano con un lavoro nel quale l’impegno e la volontà di metterci il meglio di se stessi traspaiono con assoluta certezza. L’epic black metal di “Stormwinds of Ages” è scolpito dalle chitarre di William e JZD, le quali si intrecciano in diverse polifonie e contrappunti, e a rinforzare le melodie c’è l’operato delle tastiere di Subverseraph. Oltre a Donn Donni, dal cantato abbastanza dinamico nelle varie formule del genere, e Kristoph alla batteria (il suo lavoro non mi ha ben impressionato, mi sembra che ci sia tanto lavoro con la doppia cassa e poco con le bacchette) figurano anche alcuni ospiti come Jason McMaster (Dangerous Toys e Watchtower), Erika Tandy (Autumn Tears e Ignitor), Carl August Tidemann (Winds e Arcturus) e Jon Zig (Sarcolytic/ e Images of Violence). L’azione della band volge a determinare un black metal con diverse sfaccettature e dalle melodie che si addensano nell’album come nubi livide e minacciose. Diversi i momenti in cui le variazioni melodiche e tematiche si susseguono, ma (e qui veniamo al primo dei due punti che mi hanno indotto a riflettere) la durata importante rischia di sfiancare l’ascoltatore o per lo meno chi predilige di più l’istinto che altro. Inoltre (ecco il secondo punto) la produzione sinceramente non rende giustizia alla musica dei Vesperian Sorrow e ne risentono particolarmente i componenti della sezione ritmica, quindi anche il bassista Justin M. Sbucciando queste riflessioni, che per qualcuno potrebbero anche non essere dei limiti, dalla sostanza di “Stormwinds of Ages” resta da dire che è un album symphonic black metal con spunti e una qualità media che riescono comunque a guadagnarsi l’attenzione dell’ascoltatore.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10