copVHOLDGHAST(Vicisolum Productions) Lunghissima gestazione per questa release… o per meglio dire per la band stessa che dalle prime formazioni del 2002 arriva solo ora al consolidamento e al debutto discografico. “Låt Oss Förbrinna” è black, è death, è violenza, è potenza… è la libertà espressiva dei quattro deathsters svedesi che vedono al microfono Jonny Pettersson dei Syn:drom. Aggiungendoci il basso di Rikard Persson (dei technical deathsers Soreption) ed il drumming di Christian “Crille” Netzell dei Volturyon, è diventato inevitabile che qualsivoglia impostazione black abbia assunto direzioni ultra tecniche, brutali, estremamente death metal. Se poi ci mettiamo qualche sporadica tastiera, l’album rivela la sua essenza che è di fatto un death tecnico, veloce, brutale… ma anche melodico, carico di groove e molto catchy. Apre la title track, crudele e glaciale… una devastazione suprema, piena di furia, ma anche di ritmica, di trionfanti inserti con le keys… mentre Jonny sembra sfogare con un growl estremo tutta l’agonia di questi tredici anni di tortura che lo hanno fatto giungere al debutto. Più cadenzata ma anche molto più estrema “I Am”, mentre in “Born God” ci sono riffing furiosi, riffing cadenzati e pure blast beats sapientemente mescolati. Assalto frontale spietato con “Walk With Fire”, mentre si intensifica la componente ritmica legata ad una costante variazione di tempo su “Disillusion of Grandeur”, canzone dove emerge uno screaming selvaggio affiancato dal poderoso growl. Le otto traccie sono devastanti e la fine -assoluta- è data dalla più scenografica (ma pur sempre feroce) e ricca di inconsuete varianti, “Worship Us”. Un album non ovvio, non scontato, non comune. C’è molta carne sul fuoco e forse è proprio la canzone conclusiva che detta le regole per la futura direzione della band. Un death feroce e tecnico, palesemente infestato da concetti black, sempre orientato all’effetto e ad un coinvolgimento emotivo, oltre che solo fisico. Speriamo che il secondo lavoro non subisca l’eterna gestazione del primo… sarebbe un vero peccato.

(Luca Zakk) Voto: 7/10