(Les Acteurs de L’Ombre Productions) Secondo tomo per i Vígljós attraverso Les Acteurs De L’Ombre Productions. Il primo album “Tome I: Apidae” è stato invece pubblicato dalla nostrana Dusktone lo scorso anno. Il trio di Basilea nel primo album ha basato la propria letteratura testuale sull’apicultura, mentre in questo nuovo album vuole rendere attenzione alle droghe e come hanno influito sull’arte e la società in generale. Lo spunto nasce da tradizioni e storie antiche, in particolare da un fungo parassita che si sviluppa nel grano e in passato ha causato intossicazioni, morti e fino a creare una caccia alle streghe, nonché disordini sociali. I Vígljós – in norreno vuol dire “la luce che è appena abbastanza brillante da poter uccidere un uomo” – da buon esponenti del black metal, prendono spunti e ispirazioni da situazioni ancestrali, antiche. Se il precedente lavoro raggiungeva costanti vette di oscurità con atmosfere opache, “Ignis Sacer” è un raw black metal con posizioni spesso più aperte, ariose. Si percepisce meno malinconia, nonché una rinnovata fedeltà al sound del genere di natura norvegese della seconda ondata, con momenti che riportano alla mente i Darkthrone e non da meno qualche influenza dall’attuale scena tedesca del genere. Questo secondo tomo è un black metal spartano, con voce sguaiata, blast beat potenti, melodie in tremolo picking che agitano il tutto. Quando la band va in up o mid tempo è il canonico e asciutto black metal a venire fuori, grazie a quei riff ossessivi, reiterati e dunque non offrono grandi sviluppi. Poi ci sono le fasi in low tempo, dove quella tendenza oscura suona stemperata, in favore di linee melodiche più ampie e a tratti visionarie come in “Harvest”. Nei pezzi di “Tome II – ignis sacer” a incidere maggiormente sono dunque le atmosfere che altro.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10