(Einheit Produktionen) Non mi spiego il silenzio che ha portato questi tedeschi a far passare ben undici anni dal loro precedente lavoro. Dalle informazioni che ho appreso, il materiale composto ha una certa età ed è stato registrato addirittura nel 2015, ma vede la luce solo ora. Per la verità le tracce completamente originali sono quattro, a cui poi vanno ad aggiungersi tre ballate folkloristiche tedesche riarrangiate e una lunga outro strumentale. Ma questo non toglie certo valore all’opera anzi, ne fa risaltare l’attaccamento che gli autori hanno per le proprie origini storiche e geografiche. Infatti i nostri provengono dalla Frisia, regione costiera protagonista nel passato di molte rocambolesche disavventure nell’epoca delle scorrerie dei barbari. E proprio il mare è al centro delle canzoni, sia nei testi che, incredibilmente, anche nei suoni. Un non so che di piratesco aleggia nelle composizioni, una sorta di fiero e timoroso rispetto reverenziale per il mare e le forze della natura. Ma per quanto riguarda invece il genere proposto, siamo decisamente nel black, sia nella voce che nelle metriche. Un black semplice ed efficace, diretto e poco cadenzato se non per le canzoni popolari marittime nominate poc’anzi. Un disco registrato con la giusta dose di grezzume per risultare sporco quanto basta e grezzo fino al punto giusto. Nonostante possa essere gradito più dagli amanti del folk piuttosto che quelli del black, siamo di fronte ad un album onesto, che fa il suo dovere e che anima lo spirito quel tanto che basta per non scadere mai nel plagio o nella monotonia.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10