(Century Media Records) Pesanti, tecnici, taglienti. Tornano dopo una vita (ben otto anni dall’ultimo EP, dieci dal precedente album!) gli svedesi Vildhjarta con il loro secondo full length. Un banchetto di down-tune, riff in stoppato e quella inconfondibile atmosfera apocalittica. Tempi insistentemente irregolari, growl profondo, clean vocals eteree sferzate da una pesantezza sonora inaudita. Un album glaciale, che spazia tra riff lenti e granitici e sfuriate destabilizzanti, passando per mid tempo incisivi, come dimostra il capolavoro rappresentato dalla conclusiva “Paaradiso”, una mazzata che dura oltre i dieci minuti. Oscura e totalmente imprevedibile “Brännmärkt”, stupende quelle melodie dark wave che galleggiano sulla tendenza bizzarra di “Vagabond”, pura follia sonora con “Sunset Sunrise” seguita (tanto per enfatizzare la pazzia) da ”Sunset Sunrise Sunset Sunrise”. Anche se spesso associati a bands quali Meshuggah o Tool, è palese che i Vildhjarta hanno uno stile tutto loro, identificativo, molto personale; questo nuovo “Måsstaden Under Vatten” riesce a torturare per quasi un’ora e mezza, strapazzando, contorcendo e sfidando la percezione uditiva dell’ascoltatore, in maniera crudelmente cinica, malvagiamente perversa, genialmente criptica.

(Luca Zakk) Voto: 8/10