(Last Mile Records) C’è un fondo di malinconia nelle canzoni dei Violence, nonostante alcune di esse mostrino brio e un aspetto sognante. La band si misura con un tipico sound anni ’80 che abbraccia la new wave, il dark e con un atteggiamento moderno nei suoni, con un modo pop sognante e riflessi a suo modo punk. I Violence in certe canzoni sono un punto di incontro tra The Cure, l’alternative rock, il pop e un modo di rimasticare e rendere meno tetra la new wave. “Area Sub Rosa” risulta essere un album piacevole. Le due canzoni iniziali, cioè “Ono” e “Rendez vous (Not / We)” sono una porta sul suonare della band. Una sintesi efficace nonché due buone canzoni. Trenta minuti e otto pezzi, una dose ragionevole di musica, esposta in maniera delicata, con tinte decisamente malinconiche e a tratti evocative. Tristezza, ricordo, smarrimento, malinconia e a ciò si aggiunge un clima a tratti brioso. Christoffer Sylvest ha un suo cantare unico, lavorato, probabilmente anche con qualche accorgimento in alcune strofe, rendendo il tutto ancora più in sintonia con questo clima prodotto da tastiere dominanti. Le chitarre viaggiano su arpeggi, refrain, nenie che si ripetono. Pochi ascolti e “ Area Sub Rosa” diventa un luogo dove lasciarsi andare a riflessioni, ricordi, perdendosi in se stessi con grazia e senza troppi processi mentali.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10