(Metal Scrap Records) La brutalità di un growling tagliente, massacrante, assetato di carne ancora in vita. La sensualità di una voce femminile, calda, lontana dai soprani gotici, ricca di energia e musicalità. Costumi folkloristici di altre epoche, canzoni ispirate all’era vichinga. Sono in cinque, e provengono dalla Russia. E’ questo mix culturale che accende l’esistenza di questo progetto, il quale non ha una definizione chiara, ma si colloca trasversalmente tra il black metal, il folk metal ed il viking/pagan metal. Con queste 8 tracce, spalmate su mezzora di ottima musica, i Voice Of Midnight aggiungono qualcosa di nuovo alla scena, anche a quella più nota, dove bands in equilibrio tra questi generi tendono ormai a suonare simili, ripetitive e noiose. Questi russi offrono idee fresche. Mescolano i generi con intelligenza, rendendo l’ascolto piacevole e fluido. Il black metal che abbracciano è oscuro e puro, mai estremo, ma decisamente alle radici. Le melodie folkloristiche sono piacevoli, tipiche ma mai scontate o ovvie. Questo grazie anche alle abilità di Maria Zhohova, la cantante della band, la quale suonando anche il flauto, apporta quel feeling magico che questo genere richiede. Musicalmente ogni canzone offre un’esperienza unica, ma legata alle altre con un filo sottile, ma ben chiaro e stabile. “Epics”, il brano di apertura, farà piacere ai blackster più puri, in quanto dopo l’intro glorioso e molto ben suonato, si abbandona alla furia cieca e brutale. Con “Voice Of War” il black si avvale di tastiere impegnate in melodie con richiami folkloristici non eccessivi, creando un interessante equilibrio tra black sinfonico e black con influenze folk. “Polka” è una canzone molto ben fatta, suonata e cantata, dove il folklore della polka si aggrappa a cavalcate viking ed a spunti black metal. “Rune Stone” offre un’esperienza quasi cinematografica, grazie alla struttura non convenzionale che comunque include riff classici e cavalcate tipicamente heavy metal. Molto gradevole “Know Your Worth”, un pezzo sostanzialmente black metal, con un intermezzo melodico ed atmosferico di assoluto valore. La conclusiva “Regnar And Helga” ricorda i Windir, e la melodia musicale gioca con entrambe le voci, facendosi supportare da un black metal con forte ispirazione mitologica. Assolutamente una canzone di ottima qualità, assolutamente irresistibile. L’unico limite di questo “Bifrost” è la durata, dove tutte le idee e l’ottima godibilità dell’album vengono imprigionate in soli 30 minuti. Una mezzora comunque indimenticabile, che rimane impressa sotto forma di sensazioni epiche. Le influenze della loro terra di origine, mescolate con i generi musicali che hanno scelto danno luogo a qualcosa di magico ed originale, che non può non convogliare nella scrittura di un full length di assoluto valore.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10