(Century Media Records) Si scrive ‘Voivod’, ma si legge ‘leggenda’… Tappa numero quindici per i mostri canadesi del prog più strambo, caleidoscopico e cangiante dell’intero panorama metal mondiale. Capaci di cambiar pelle più e più volte durante la loro carriera, i nostri sembrano aver trovato da circa una decade un equilibrio molto comodo tra il loro passato più aggressivo e le parentesi più sperimentali. E proprio questo lavoro sembra rappresentare l’apice di questa nuova era, riuscendo tranquillamente ad essere il loro miglior disco da “Infini” in poi. Non il più aggressivo, non il più prog, semplicemente il loro lavoro più rappresentativo di questo loro periodo. Ispirati e mai avari di idee da proporre all’ascoltatore, forti di una line up ormai consolidata, i Voivod offrono la summa della loro esperienza come musicisti e compositori, dandoci nove tracce pulite, cristalline, perfette nella struttura, con quel vago retrogusto settantiano che da un quarto di secolo li accompagna nelle loro composizioni. Un disco onesto, che da al pubblico esattamente quello che il pubblico vuole. Impossibile non dare il voto pieno ad un disco ‘ordinario’ per loro, inarrivabile per gran parte della concorrenza… marziani.

(Enrico MEDOACUS) Voto: 10/10