(Casus Belli Musica / Beverina) Album di debutto per i Vol’Ga, band proveniente da Rybinsk (profonda Russia) che non conta una vera e propria formazione con componenti fissi, ma piuttosto si definisce una comunità di musicisti con la stessa visione ed obiettivi. Nello specifico, lo scopo portato avanti dai nostri è comporre melodie e raccontare storie ispirandosi alla tradizione delle proprie terre, attingendo parimenti dalle leggende e dalla musica folklorica locale. Lo stile che troviamo in questo “Heliolatry” non può quindi che ricollegarsi a quel filone del pagan folk metal russo che negli ultimi anni ha visto crescere le proprie fila con band di indubbio livello come Dalriada ed Arkona. Rispetto a questi ultimi però, i Vol’Ga hanno uno stile decisamente più “solare” e maggiormente influenzato dai suoni della natura mentre la componente puramente metal è, seppur presente, secondaria. Nelle dieci tracce che compongono il primo lavoro in studio dei russi vengono efficacemente alternati effetti ambientali, strumenti della tradizione e sezioni più classicamente elettriche; il tutto è volto a confezionare melodie orecchiabili, ispirate e di sicuro impatto. La voce che ci narra le vicende di Yarilo, il giovane principe del firmamento, e del suo viaggio verso la terra è pulita, profonda ed epica; assolutamente appropriata al genere proposto. In questo senso, viene quasi naturale in più frangenti il paragone con i tedeschi Odroerir sia dal punto di vista stilistico che musicale. A frenare in parte l’immediatezza dei brani è però l’uso della lingua natia che, se da una parte contribuisce ad aumentare l’alone di mistero, dall’altra mina la comprensione generale dell’opera. In generale la proposta dei Vol’ga risulta fresca ed apprezzabile da tutti gli estimatori delle sonorità folk, nella loro accezione tipicamente est-europea.

(Davide Galli) Voto: 6,5/10