(Vargheist Records) Il black metal a stampo nichilista offre probabilmente le sue più grandi doti nei progetti di singole menti, così come è stato per l’apripista Vikernes a suo tempo. In questo caso siamo nell’opera seconda di un artista statunitense, che stranamente riesce a trovare un curioso incrocio tra trame black apocalittiche e canzoni mediamente molto corte. Solitamente, infatti, le tematiche trattate da questo genere di lavori necessitano di tempi lunghi per dipanarsi; eppure qui l’esiguo minutaggio medio non va ad inficiare questo tipo di tematiche ed atmosfere. Certo, siamo di fronte logicamente a tempi più veloci del solito, ma complice un sapiente quanto minimo uso di basi, nulla viene perso in termini di evocatività globale. Un disco raffinato, per molti versi, ricercato nel suono ma mai troppo lento da dare l’impressione di essere un qualcosa di ‘non black’. Seconda prova sulla lunga distanza passata a voti quasi pieni.

(Enrico MEDOACUS) Voto: 9/10