(AFM Recrods) Assenti da alcuni anni, gli americani Vore ritornano con “Gravehammer”, uscito già da mesi ma che solo ora trova una buona e giusta distribuzione planetaria attraverso la AFM Records. La produzione dei nove pezzi, e relativo missaggio e masterizzazione, è di Colin Davis dei Nile. Le canzoni offrono potenza, pur utilizzando marginalmente i blast beat e optando per tempi medi, continue variazioni, break down e fratture varie nei tempi e nel riffing delle chitarre. I pezzi come “Doomwhore” e “Progeny of the Leviathans” ripropongono la lezione stilistica assimilata dai Bolt Thrower (per l’andamento dei diversi riff ritmici) e Dying Fetus (per come diarticolano il songwriting). Si risentono anche i Nile e Morbid Angel, ma c’è carenza di qualche assolo di chitarra in più. Questi ultimi sono davvero pochi. “Gravehammer” è un lavoro molto dinamico, che cambia aspetto continuamente e in questo ne risente un poco la progressione melodica delle canzoni, producendo così un robusto e solido death metal, con cenni di old style.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10