(Kontrabass) “Litera”, ovvero ‘lettera’, la parola scritta, i testi, i libri, elemento centrale di una cultura. E la lettera è la particella più piccola di una parola, di un testo, di una storia. O del testo di una canzone. La progressive rock/metal band ucraina parla molto di sé in questo album, esplorando il panorama emotivo del proprio Paese in tempi di turbolenza, utilizzando la natura e i sentimenti primordiali come sottili e irresistibili metafore, senza toccare esplicitamente l’argomento bellico, anche se è indubbiamente percepibile, palpabile, presente in quel senso di sfogo che anche il nervosismo di progressioni sonore vuole evidenziare, come accade per brani quali “Tyhr”. È nervosa anche la opener “Sil”, mentre diventa più introspettiva per non dire oscura e pregna di sofferenza “Iskra”. Complessa, provocante e irregolare “Leleka”, brano con evoluzioni imprevedibili sostenute da una linea di basso granitica. Profonda, meravigliosamente post rock e sognante “Mur”; “Promin” potrebbe davvero essere presente nella scaletta di molte radio rock, prima della conclusiva “Okean” (‘Oceano’, ndr), altra traccia ricca di complessità ritmica ed espressività melodica e teatrale di altissimi livelli. Cantato interamente in lingua madre, “Litera” riesce comunque a catturare, a incantare, a provocare anche grazie a evoluzioni musicali intelligenti molto ben costruite, a fantasie nei ritmi, a genialità nelle melodie. Con ogni traccia che fa riferimento a un animale specifico o a un elemento materiale, l’album crea una serie di immagini tangibili, risultando avvincente, intenso, travolgente, arricchito da un vasto ventaglio di ospiti, tra cui Johannes Persson dei Cult of Luna.

(Luca Zakk) Voto: 8/10