(Murder Records)Tanta rabbia, tanta ignoranza, tanta potenza da Brasile. Debutto, dopo circa tre anni di gavetta, dopo un paio di demo, dopo un EP. Ma cosa fanno i Vultör? Metal. Metallo. Immaginate un incrocio incestuoso tra Motörhead e primissimi Iron Maiden (epoca Paul Di’Anno): ed ecco il piacere carnale, lacerante e sfacciato che esplode ascoltando “Visões do Fim”! Un album pieno di ribellione, sferzato da riff selvaggi, assaltato da un drumming incessante, massacrato da voce alcolica, arricchito da melodie ed assoli con un gusto storico immenso. La bellissima ignoranza musicale viene poi confermata dal fatto che questo debutto è di fatto una compilation, contenente praticamente tutto il catalogo della band. Ok, al giorno d’oggi questa roba si chiama con vari nomi, viene definita ‘punk-em roll-em thrash’. Ma questo è puro heavy metal, privo di storia, privo di evoluzione. Metallo ancestrale, atavico, primordiale. Maledettamente sincero e diabolicamente carnale!

(Luca Zakk) Voto: 7/10