copdio(Massacre) Di solito non amo i tributi… e forse non li amo neanche stavolta! E tra l’altro non è che questi prodotti abbiano sempre fortuna… Ricordo bene il polverone che sollevò “Dio” di Jorn Lande, ma forse allora i tempi non erano maturi… ho ignorato “Magic”, uscito per la Magic Circle Music con la stessa prontezza, poi non ho più neanche seguito le operazioni legate al glorioso nome di Ronnie James Dio. Sì, ho preso un paio di live ‘postumi’, ma se sono usciti altri tribute onestamente non lo so e non lo voglio neanche sapere. Oggi mi ritrovo (metaforicamente) sul tavolo un doppio cd di giovani artisti della Massacre, e non resisto alla tentazione di ascoltare. Alla fine le band (quasi tutte presenti con due pezzi) si impegnano al massimo, e “A Light in the Black” non starebbe neanche male in macchina… ma quando ascolto compilation di questo tipo, inevitabilmente dopo venti minuti sono tornato a sentire gli originali. Due le versioni di “Kill the King”: ultraenergica quella dei Messenger, ruvida e tirata quella dei Rebellion, quasi ai confini con il thrash. The Order esaltano l’anima fondamentalmente hard rock di “I could have been a Dreamer”, e rendono bene e con grinta anche “The Last in Line”; personalmente trovo terribile la versione in growling di “Neon Nights” da parte dei Burden of Grief, ma ammiro il loro coraggio. Coraggiosa anche l’idea, da parte degli Iron Fate, di coverizzare “Light in the Black”, un pezzo che starebbe meglio in un tributo a Blackmore che in uno a Dio; un po’ spenta invece la versione di “Caught in the Act” che chiude le danze. Questi, in definitiva, i brani che mi hanno maggiormente colpito dei venti a disposizione. E chiudo lo stereo con una constatazione amara e nostalgica: eh sì, di Dio ce n’era uno solo…

(René Urkus) Voto: sv.